“Una disperata, tragica e malata storia d’amore. Il diario di una pazzo che canta le sue canzoni di amore e disperazione”. Questa la descrizione promozionale adottata dalla label Eibon Records per descrivere il concept che si cela dietro il nuovo, quarto album, del progetto NERONOIA. Ed è impossibile non essere concordi con queste parole.
Abbandonato definitivamente il lato rock (operazione già cominciata col precedente “Sapore di Luce e di Pietra”), oggi i NERONOIA appaiono per certi aspetti e in alcuni frangenti e soluzioni come una versione “malata” dei COLLOQUIO.
Angoscianti sonorità di ambient cupissimo sono la base sulla quale un ispiratissimo Gianni Pedretti dà voce alle pagine di questo diario, un diario fatto di atroci sofferenze che non conoscono una via d’uscita.
“Mano nella mano” (appaiono per la prima volta i titoli delle canzoni) è densa di una malinconia pronta ad esplodere da un momento all’altro, ma che subdolamente rimane invece ingabbiata nelle viscere dell’animo.
“Il buco nel pavimento” è forse il brano più nero mai partorito dai nostri (difficile non rimanere scossi dal refrain “Stanco e stremato. E’ così che mi sento. Si apre un buco nel pavimento. Posso solo gettarmici dentro”).
La conclusiva “Perdonami” presenta un bagliore di luce, un briciolo di speranza, comunque falsi in quanto fanno da colonna sonora all’ultimo atto, l’estremo gesto del disperato protagonista di questa inquietante storia.
Un disco che darà una perenne sensazione di confortevole disagio a chiunque sia avvezzo a queste sonorità e affascinato da queste atmosfere.
“Quando i lupi non guardano e il mio mondo è mio, mi getto nel pozzo. Vi saluto e addio”.
- MARCO CAVALLINI -