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SHINING
"VII: Fòdd Fòrlorare"
Spinefarm Music/Universal - 2011

SHINING capitolo settimo. La copertina lascia trasparire un senso di miseria senza fine, mentre, tanto per gradire, il retro mostra un neonato morto seppellito in una minuscola bara; come presentazione direi che non è male.
E il disco? Beh, quello è un discorso diverso.
Perché se la copertina presenta legami col passato, questo "Fòdd Fòrlorare" è distante (quasi) anni luce dagli Shining degli esordi, quelli che "inventarono" il suicidal/depressive black metal.
E' un disco comunque cupo, amaro, mesto e riflessivo, suonato benissimo e con una produzione enorme (soprattutto nei suoni delle chitarre, siano esse elettriche o acustiche), un album per certi versi estraneo a quanto prodotto dal gruppo svedese nei primi tre albums, ma allo stesso modo dannatamente intrigante.
L'iniziale "Fòrtivivlan min arvedel" echeggia ancora certe cose passate della band, col suo andamento rockeggiante dal groove nero di fondo (e ricorda "Claws of perdition", presente sul quarto album del gruppo "The eerie cold"), mentre la seguente "Tiden lakeringa sar" si divide fra una prima parte nero/acustica ed una seconda di possente dark metal.
"Manniska O' Avskyvàrda manniska" è il miglior brano del disco, poggiante su un'atmosfera drammatica dove una vera orchestra noir (violini, viola, mellotron e tastiere) viene all'improvviso travolta da meravigliosi assoli di chitarra che ricordano tanto lo stile di James Murphy; una cosa che fino a qualche anno fa sarebbe risultata impensabile in un disco di Kvarforth e soci (e la stessa cosa si ripete nella conclusiva "FFF").
Una segnalazione merita anche l'ottima cover dei Landberk "I natte timma", una ballata nera che vede l'ospite Peter Bjàrgò protagonista della canzone con la sua voce, meno cupa rispetto al suo progetto originale (i meravigliosi Arcana), ma altrettanto efficace.
Un disco che potrebbe spalancare porte che fino a poco tempo fa sembravano inaccessibili e invalicabili per i nostri; visto il risultato, gli auguro che ciò accada al più presto.
- MARCO CAVALLINI -