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YOGSOTHERY
"Gate 1: Chaosmogonic Rituals Of Fear "
I, Voidhanger Records/ATMF - 2011

H.P. Lovecraft, si sa, è uno degli scrittori più influenti della narrativa horror/fantastica di tutti i tempi, e sicuramente quello più spesso citato dai gruppi di metal oscuro come riferimento per le loro liriche.
Che sia doom, dark, gothic o black poco importa; Lovecraft è sempre stato indicato come influenza per chi suona una musica che vuole risultare "oscura" per chi l'ascolta.
Oggi l'etichetta I, Voidhanger Records realizza il primo capitolo (ne sono previsti tre) di un progetto ambizioso; omaggiare l'arte del genio di Providence cercando di tradurre in musica gli incubi e gli orrori da lui raccontati nei suoi indimenticabili scritti.
Quattro gruppi (tre finlandesi ed uno italiano) si confrontano con la nera arte letteraria del nostro.
Aprono i JAAPORTIT con la lunghissima (25 minuti) "Kuihtuman henkivi"; una suite ambient che dopo un inizio dai toni space oriented sprofonda in una cupissima musica ambientale dai toni neri e paurosi; un viaggio verso l'oscurità con biglietto di sola andata.
Seguono gli UMBRA NIHIL che mi stupiscono, in quanto me li ricordavo più oscuri (o forse è l'effetto delle canzone precedente a sviarmi?). Uno start acustico lascia spazio ad una song di doom metal che alterna una prima parte cadenzata ad una seconda più movimentata che prende poi le sembianze di uno space rock dannato.
Gli AARNI sono quelli che, a mio avviso, si sono più calati nel ruolo da recitare per questo tributo; abbandonano il loro classico doom melodico per proporre una traccia di nerissima psichedelia dai toni avantgarde (sento echi di certe cose di Paul Chain). Bellissimo il moog che caratterizza la seconda parte della song.
Infine gli italiani CAPUT LVIIIm, progetto con membri di Malasangre e Tronus Abyss, danno il colpo di grazia; la loro "Resurgent Atavism" (quasi 30 minuti, vi basta?) non poteva chiudere meglio il disco, col suo doom funereo e lentissimo.
Una voce inumana accompagna una musica che spesso e volentieri sembra non voler andare avanti (e questo, attenzione, non è un difetto, ma un pregio), bloccandosi su note e frequenze bassissime.
Ascoltate questo disco e vedrete che l'angoscia e l'oscurità trasmesse saranno l'ideale colonna sonora durante la lettura dei racconti del maestro; letteratura e musica non sono mai state così in simbiosi come in questo caso.
"In quella bara e in quel sepolcro mi hanno promesso che un giorno troverò riposo" (H.P. Lovecraft - "La Tomba").
- MARCO CAVALLINI -