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NERONOIA
"Il male che facciamo a noi stessi"
gennaio 2007
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Risponde Mauro

Quando e come ha preso corpo il progetto Neronoia?

A fine 2003, dopo qualche mese di pausa dal progetto Weltschmerz, decidemmo di riprendere a comporre. Alcuni eventi ci hanno poi portato nel corso degli anni seguenti a cambiare formazione ed a registrare "Un mondo in me". L'idea iniziale era differente (pensavamo di continuare ad usare l'inglese come lingua per i brani), ma il progetto Neronoia è nato spontaneamente nel momento in cui abbiamo coinvolto Gianni, optando per l'uso dell'italiano......

Cosa vi ha spinto a creare Neronoia?

La necessità di confrontarsi con il vuoto che ci circonda e con lo spirito opaco che ci accomuna. La necessità di prendere ulteriore contatto con quella dimensione di dolore che rende il nostro modo di fare musica unicamente nostro. La necessità di approfondire la conoscenza del dolore che ogni giorno infliggiamo a noi stessi, come se non esistesse alcuna altra alternativa. La necessità di provare a mettere in musica una parte delle emozioni che proviamo.

Credete di essere riusciti nell'intento di metabolizzare i vostri incubi e malessere trasportandoli in musica?

Non parlerei proprio di incubi, nè di malessere. "Un mondo in me" rappresenta il nostro punto di vista sulla vita in generale, con i suoi aspetti negativi e positivi. Siamo riusciti a trasporre i nostri punti di vista in musica ? Penso di si. Il risultato è stato simile a come ci aspettavamo? Direi proprio di no. I brani erano nati in modo completamente diverso; il tempo, la pazienza e la voglia di provare a collocarli in una dimensione "altra", diversa da quello che avevamo esplorato fino ad allora, li hanno trasfigurati, dando vita a nuovi fantasmi e corpo a nuovi suoni, immagini ed idee.....

La vostra biografia dice "Neronoia è tutto il male che facciamo a noi stessi". Come riuscite a convivere con questo male che vi autoinfliggete?

Sopravvivendo. Vivere sapendo che la probabilità di mettere un piede in fallo è molto più alta di quella di fare un passo nella giusta direzione è già una punizione piuttosto severa. Eppure si continua a sbagliare, perchè non sembra esservi alcuna altra opzione. E' piuttosto difficile convivere con questa tendenza all'autolesionismo psichico, ma alla fin fine ci si abitua a tutto. O no ?

Un'altra frase dice "Neronoia è niente, ma per noi è importante". Sinceramente, come vedresti la tua vita se non avessi fatto il musicista?

La frase che hai citato rappresenta il rapporto che abbiamo con la musica che componiamo. Il crearla è un sorta di "espiazione", un modo per archiviare porzioni della nostra vita, scattando delle "polaroid mentali" per catturare l'essenza del momento. Essendo istantanee di momenti della nostra esistenza, hanno significato solo e soltanto per noi, mentre per gli altri non significano nulla. Ed è ovviamente giusto cosi'. Non mi ritengo inoltre un musicista, ma solo una persona che prova ad usare la musica come un analgesico e c'è una bella differenza......

Cosa rappresentano tutte quelle ombre presenti in copertina? Forse persone che si rifugiano nascondendo il grigiore della propria vita?

Non si nascondono, cercano anzi di farsi vedere. Sono incubi e percezioni vaghe di un futuro di pece, ma sanno comunque benissimo qual'è il loro posto (gli angoli delle stanze vuote) ed il loro compito (ricordarci che siamo solo di passaggio), come tanti specchi che non riflettono la luce ma anzi la catturano.

Come dobbiamo vedere Neronoia? Un progetto a breve o lungo termine? Mi spiego, "Un mondo in me" avrà un seguito o rappresenterà il vostro unico atto?

Neronoia è un progetto a sè stante ed un modo diverso per raccontare il mondo che è in noi; posso dirti che avrà sicuramente un seguito. Anzi, stiamo già lavorando a del nuovo materiale che potrebbe concretizzarsi in un nuovo disco molto prima di quanto si possa pensare.

Gianni ha svolto un lavoro vocale e lirico magnifico. Cosa credi lo porti a scrivere liriche così profondamente e spietatamente ciniche e reali?

La vita porta ognuno di noi ad interfacciarsi col dolore; Gianni lo metabolizza a modo suo e lo plasma in parole che diventano poesia. Sono i racconti di una vita, diventati capolavori di solitudine. Ci fanno pensare a quello che ogni giorno perdiamo inseguendo chimere, quando, in verità, dovremmo sforzarci di limare i nostri spigoli prima che comincino a far male....

Credi che quest'esperienza possa in qualche modo influenzare le sonorità e lo stile del prossimo Canaan?

No, perchè i due progetti sono due mondi separati, che corrono su binari paralleli senza toccarsi. L'unica cosa che avranno in comune i due gruppi sarà, oltre alla presenza delle stesse persone, la produzione e lo studio usato per il mixaggio. Tutto il resto è e continuerà ad essere diverso.

Come per i Canaan immagino che anche per NERONOIA non se ne parli di date live, giusto? A cosa è dovuta questa totale avversione verso i concerti?

Per Neronoia è impossibile pensare ad una situazione live, perchè non saremmo in grado di ripresentare i pezzi così come sono su disco. Il lavoro in fase di missaggo e produzione ha stravolto i brani rispetto a come li avevamo pensati e registrati inizialmente. Non c'è particolare avversione nei confronti dei concerti, solo che non tutti la pensiamo allo stesso modo e abbiamo pertanto deciso di evitare di suonare dal vivo. Penso inoltre che la nostra musica si presti meglio ad un ascolto in solitudine, nella calma di una stanza vuota, anzichè in mezzo al caos di un gruppo di persone.....

A voi le parole finali.

Ti ringraziamo per l'intervista e lo spazio concesso.

- MARCO CAVALLINI -