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CONFRATERNITA DEL VUOTO IMMENSO
"Confraternita in Nero"
Gennaio 2010
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Risponde alle domande Andrew Hungarian


Anzitutto, potresti spiegarmi il concetto che si cela dietro il nome decisamente intrigante di questo tuo progetto?

Andrew: Essendo, come detto nella bio, nato e cresciuto in chiesa, da bambino ero sempre più affascinato dal periodo pasquale nel quale i confratelli delle varie Chiese escono incappucciati in processione per la visita notturna dei sepolcri il giovedì della settimana "santa" dei misteri e il venerdì poi.
Più di una volta mi sono infiltrato grazie a ......... e sono riuscito a partecipare a tali eventi in prima persona. E' stata un'esperienza unica in quanto sotto quel cappuccio di cotone pesante riuscivo a scrutare gli sguardi della gente senza essere visto come Andrea ma come una persona X , ognuno di noi poteva essere qualsiasi altro e viceversa, era come essere un uomo senza volto in una sfilata di fantasmi nelle strette vie del centro storico.
Il fatto più sconcertante è che tutta quella gente che segue il cristianesimo o altre forme di religione prestampata lo fa solo perché è nata in quel dato periodo in tal posto. Marco, devi sapere che nel Salento, a Gallipoli in modo particolare, è pieno di Chiese, ognuna delle quali ha una Confraternita e si è arrivati addirittura ad avere delle rivalità tra di esse.
In un passato abbastanza lontano i confratelli di una delle Chiese del centro storico (dei "nobili patrizi", per la precisione quella di S. Angelo, oggi ormai sconsacrata) si dice furono sorpresi, da altri appartenenti ad altre confraternite, intenti a riti poco ecclesiastici...
Fatta questa forse lunga premessa, credo che a fine intervista il significato di Confraternita del Vuoto Immenso risulterà più chiaro.

CONFRATERNITA DEL VUOTO IMMENSO è un solo project; nel futuro prevedi di continuare così oppure credi ti avvarrai dell'aiuto di musicisti/collaboratori esterni?

Andrew: Per quanto riguarda il songwriting la Confraternita ha un solo priore. Vedo il compositore come il pittore che, pena l'autenticità del dipinto, deve essere l'unico, nel bene e nel male, a scegliere come e quali colori utilizzare e con l'ispirazione del momento sfogare i sentimenti attraverso le pennellate che sono un po' come le plettrate sulle corde di una chitarra.
Per il discorso "live" il discorso cambia, ognuno deve esprimere se stesso al momento pur rimanendo nel contesto della canzone. Spero un giorno di trovare qualche anima tormentata disponibile in tal senso, forse chiedo troppo ma sognare non costa nulla.

Definisci la tua proposta sonora "Existential Music"; credi sia questo il termine più appropriato per definire la tua musica e le tue idee?

Andrew: Mi è venuto spontaneo definirmi così in quanto non mi piace catalogare in base al genere musicale mentre credo sia meglio indicare le tematiche trattate. Anche non utilizzando le parole, la mia musica è frutto dell'esasperazione esistenziale, l'eterna ricerca della risposta alla domanda: "Perché esistiamo?"; domanda alla quale nessun umano, religioso e non, ancora oggi non sa dare e non può dare una risposta esaustiva e decente al contempo. Quindi semplicemente "Existential Music".

Leggo nella biografia ufficiale che sei nato e cresciuto in chiesa e che fin dalla tenera età sei vissuto circondato dalla musica; quanto credi che queste due cose abbiano influenzato il tuo percorso musicale e filosofico?

Andrew : Effettivamente questi due fattori sono per me fondamentali. Poi effettivamente siamo in base al vissuto. Per il lato musicale è stato importante il fatto di avere un padre musicista che mi portava con sé quando andava a provare, respirare l'aria della sala prove, i preparativi prima dei concerti, l'odore degli amplificatori surriscaldati e delle corde sudate degli strumenti; ho degli ottimi ricordi a riguardo.
Per il lato filosofico devo dire che il fattore chiesa mi ha aiutato a crescere, a pormi domande, a distinguere i fuhrer religiosi dalle semplici persone che ahimè sono solo vittime di tale vile organizzazione mafiosa in netto
contrasto con quello che il loro dio avrebbe detto. Quale è il bene? Quale è il male? Sicuramente mettendo da parte religione e politica si ha una visione più chiara a riguardo.
Da ragazzo ero abbastanza solitario e introverso, forse lo sono ancora ma è stata l'esperienza della solitudine e dell'isolamento a portarmi ad essere una persona sensitiva anche se in modo assolutamente ingenuo.
Ad un certo punto in dei momenti particolarmente scuri sono entrato in contatto spontaneo con delle presenze indefinibili, appartenenti all'aldilà suppongo, con le quali si è creato un rapporto di rispetto reciproco dove si cammina su una linea sottile sotto la quale c'è il baratro mio caro Marco; posso solo dire che faccio quello che deve essere fatto. Oggi la vita frenetica moderna ci porta ad essere meno attenti all'invisibile, non tutti fortunatamente, ma alcune potenzialità umane se non utilizzate vanno lentamente a morire. Devo nonostante tutto essere onesto con me stesso in quanto potrebbe essere tutto frutto della distorsione mentale, chi può dirlo? Proprio per questo continuo a definirmi agnostico in quanto matematicamente parlando non è dimostrabile l'esistenza di un eventuale dio. Più o meno semplicemente, pensando ad una scatola chiusa, il credente è sicuro che all'interno di essa ci sia il suo dio, l'ateo al contrario pensa che non ci sia un bel niente. Io mi limito a dire umilmente di non poter sapere cosa e se c'è in quanto umanamente indimostrabile. La mia non è una posizione di comodo, dato che alcune forti esperienze mi hanno portato a credere che qualcosa ci sia anche perché conosciamo solo una piccola parte del "tutto" e poi il discorso diventerebbe troppo lungo e non si arriverebbe mai ad una conclusione certa e valida, quasi tutto rimane indimostrabile su carta, l'unica certezza e l'oscura realtà alla quale siamo legati sin dalla nascita. Ci tengo infine a dire che trovo la natura perfettamente spietata e definirei la catena alimentare oscena come il suo artefice, qualora ce ne fosse uno.

La biografia si conclude con una frase decisamente criptica ed enigmatica: "Le anime simili non cercheranno il significato (della musica e dei testi, suppongo - ndr) perché lo avranno già captato". Chi sono queste anime simili?

Andrew: ....... credo proprio che una di queste possa essere la tua Marco. Se la tua anima ha risposto ci sarà un motivo.

Andrew Hungarian ha paura della Morte? Cosa c'è a tuo parere dopo di essa?

Andrew: Domanda a dir poco impegnativa questa, più adatta ad un morto che penso sia l'unico ad avere le competenze necessarie per rispondere a questo quesito pilastro dell'esistenza stessa.
In alcuni momenti della mia vita non ho desiderato altro che la morte, ma quella vera intendo, quella che porta al Vuoto Immenso. Credo sia preferibile questa soluzione dopo la morte, quindi il Vuoto Immenso come unica possibilità umanamente ragionevole per non soffrire, ogni altra possibilità porterebbe necessariamente al compromesso dolore/piacere, bianco/nero, bene/male.
Essendo umano e quindi non sapendo cosa mi aspetterà varcato il cancello dalle mille lance, ti devo dire di si, ho paura, ma ho ancora più paura del come e del quanto ci metterà la morte stessa a portarmi con se strappandomi dal corpo nel tragitto che tutti un giorno percorreremo e spero innanzitutto nessuno soffra la mia scomparsa, renderebbe molto più doloroso il trapasso.

Parliamo del lato musicale del progetto; indubbiamente il nome che mi è subito venuto in mente ascoltando le tue composizioni è quello di Paul Chain, soprattutto quello di inizio carriera; sei d'accordo con me? Quali altri gruppi e suoni ritieni importanti per la tua formazione musicale?

Andrew: Non posso che ringraziarti di quanto detto. Paul Chain credo sia un'artista geniale del quale non c'è bisogno di dire nulla, sarebbe superfluo. Sono cresciuto ascoltando la sua musica ed è ovvio ne sia influenzato. Spero solo di non essere la sua brutta copia e spero inoltre di avere una mia personalità musicale. Altri gruppi? Preferirei citare altri generi per non rischiare di dimenticarne qualcuno. Ho sempre ascoltato musica spaziando dal buon vecchio Heavy ai suoi derivati Doom, Black, Death, Gothic, Dark, etc. ma senza dimenticare il grande passato italiano e straniero prog e psichedelico anni 70; citerei anche la grande musica classica, operistica e sicuramente una rock opera che mi ha particolarmente colpito è "Jesus Christ Superstar" di Andrew Lloyd Webber/Tim Rice.

Un´altra cosa che ti lega a Paul Chain è l'utilizzo del cantato in fonetico; a cosa è dovuta questa scelta?

Andrew: Che io sappia Paul Chain è stato il primo ad utilizzarlo nell'ambiente horror ma in altri contesti era già stato utilizzato, da Celentano per esempio. Questa scelta è dovuta al fatto che ho semplicemente preferito lasciare all'ascoltatore libera interpretazione; credo tutt'ora che la musica in alcuni contesti sia molto più comunicativa dei testi soggetti a fraintendimenti. Poi credo che, come il Catena insegna, il fonetico sia più adatto a tale proposta in quanto misterioso e oscuro come le forze che ci circondano d'altronde; loro non parlano ma sanno farsi capire.

Nella tua pagina myspace sono presenti due brani, "The other side" e "Obscureality"; hai altro materiale composto che aspetta di essere pubblicato?

Andrew: Sto lavorando alla stesura dei nuovi pezzi, alcuni dei quali sono già pronti. Compongo in modo naturale e mai forzato, scrivo solo quando raggiungo un certo "equilibrio/squilibrio psico-mentale" e quando le presenze vengono a trovarmi e mi sollecitano. L'obiettivo è fare un full length per saziare la mia anima e probabilmente anche la loro.

E' uscito qualche tempo fa lo split EP condiviso fra il tuo solo project ed il progetto Homo Herectus (che vede coinvolti i fratelli Cardellino, titolari del gruppo L´Impero Delle Ombre). Come valuti l'esperienza?

Andrew: Sono stati i Goldfinch a coinvolgermi nello split. Tra l'altro sto avendo il piacere di suonare il basso nell'Impero, veramente una band dal passato a dir poco oscuro. John e Andy sono due personaggi che vivono e respirano musica ogni giorno. La "Treccani del Rock/Metal" John sa ubriacarti con la storia dei gruppi più sconosciuti e non del pianeta terra davanti un bel bicchiere di vino e un vinile che gira e gira sulla piastra ormai esausta, mentre Andy è un tipo taciturno e a volte lunatico, non si sa mai dove ha la testa. Esperienza sicuramente importante in quanto "battezzato" tra le fiamme dell'inferno, visto che la LM records (ora "New") ha prodotto gruppi del calibro di Paul Chain, Rex Inferi, Morgana, Strana Officina, Crying Steel, Alex Scardavian etc.

Sinceramente fra i due brani caricati su myspace io preferisco "The other side"; tu come mai hai scelto "Obscureality" per presentare ufficialmente e discograficamente il progetto?

Andrew: "The Other Side" è un brano che nasce dal profondo al quale ci tengo in modo particolare, in quanto scritto in modo spontaneo e naturale subito dopo la morte improvvisa di un caro amico coetaneo; inoltre ci tengo a dire che l'introduzione è stata registrata durante un vero funerale. Non c'è un motivo speciale, è solo che "Obscureality"è stata scritta prima e che così doveva essere.

Quali saranno le prossime mosse musicali/compositive della CONFRATERNITA DEL VUOTO IMMENSO?

Andrew: A Dicembre uscirà, salvo smentite, una compilation per la messicana Blower rec. di Josè Louis Canu alla quale parteciperà la Confraternita Del Vuoto Immenso con "The Other Side". Per il resto non ci sono mosse particolari se non la naturale espressione della mia visione della vita e della morte in musica. Spero qualche etichetta possa essere interessata.

Ti ringrazio per l'attenzione; lascio a te le parole finali.

Andrew: Colgo l'occasione per ringraziare te Marco del lavoro che con tanta passione svolgi per non far morire l'underground italiano, vittima del potere imperante delle lobbies del nostro "bel"paese; come sai, siamo tutti controllati e .....non voglio aggiungere nient'altro a tal proposito, se non ancora un grazie per avere preso a cuore questo progetto.

- MARCO CAVALLINI -