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L'IMPERO DELLE OMBRE
"I Colori Del Buio"
Marzo 2022
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Risponde John Goldfinch

"Racconti Macabri Vol. III" è il titolo del terzo album uscito circa due anni fa. Il macabro nel cinema, nella lettura, nella musica e nell'arte ha da sempre molti estimatori. Spaventa, ma attrae al tempo stesso. Hai una tua idea, una spiegazione al riguardo?

Dal lato artistico e dell’intrattenimento banalmente i brividi sono eccitanti e divertenti! Più in generale affrontare la paura, specie le proprie paure, esorcizza dal male stesso, ha un senso catartico e liberatorio, sprigiona endorfine e adrenalina a livello biologico che rafforzano il carattere e la sicurezza in sé stessi per affrontare situazioni critiche; mentre dal versante psicologico toccano le corde dell’io interiore, smuovono le acque calme.

Il brano "Il cimitero delle anime" è dedicato alla vecchia casa di PAUL CHAIN. Io vi trascorsi un pomeriggio dell'Aprile 1996 e conservo tuttora limpidissimi ricordi della sua emozionante atmosfera. Immagino ci sia stato anche tu; cosa ti impressionò maggiormente?

Ebbene, quel pezzo (che musicalmente è molto vicino al miglior Chain spero, il riff è di mio fratello Andrea, chitarrista de L’Impero delle Ombre) ha un valore speciale per me, appena ho ascoltato la demo version ho subito deciso che sarebbe stata ora di dedicare un tributo al mio Amico, Maestro e Guru di caratura mondiale Paolo Catena in arte Paul Chain! In casa sua le forze invisibili e l’occulto erano tangibili! La prima cosa che disse ghignando a me e mia moglie la prima volta che andammo a trovarlo fu: “in questa casa c’è il vento a porte chiuse!”…per cui il pezzo raccoglie molte esperienze, impressioni e ricordi delle nostre frequentazioni dell’epoca. Visioni oniriche reali, visite ai cimiteri, lunghe dissertazioni su destino, cabala, numerologia, magia, spiritismo, racconti inediti degli esordi dei Death SS (che a me interessavano tantissimo!) ma anche lunghe jam sessions con i più disparati avventori nella sua mitica magione posta in un’ala di un antico palazzo ducale dove lui viveva a Pesaro, sede anche del mitico Day Records studio…in via del Cadore numero 3 ovviamente! Tante volte ho dormito nel lungo corridoio di casa sua e tanti sarebbero gli aneddoti da quelli più inquietanti a quelli squisitamente ilari. Ecco in quel pezzo cerco di riportare la mia esperienza e i ricordi di quei giorni…poi se ascolti bene a fine pezzo ho anche campionato il buon Chain che tra risa diaboliche recita, tratto dal famoso bootleg di addio ai suoi Death ss a Soliera dell’87: “…il Male che ci ha rovinato, e che rovinerà anche voi!” Peccato abbia chiuso totalmente col suo passato e rinnegato tutto.

Il brano "In morte di Buono Legnani" è dedicato a "La casa dalle finestre che ridono", capolavoro di Pupi Avati, film di culto assoluto che più passa il tempo più viene citato, ricordato, omaggiato. Quali sono per te le sue caratteristiche più importanti?

Capolavoro universale sì, ma italianamente unico! Un Pupi Avati mai così efficace nel raccontare il Gotico Padano, location inusuale ma perfetta del film, lo adoro, tra i miei film preferiti di sempre ammetto. Ha dalla sua una sceneggiatura fantastica, una storia terrificante e disturbante, degli attori perfettamente calati nei propri ruoli (Lino Capolicchio, Francesca Marciano) dei caratteristi preziosi (Gianni Cavina, P. Brambilla, E. Walter) le musiche inquietanti di Amedeo Tommasi e dulcis in fundo una fotografia luminosa tenue ed angosciante e degli esterni assolati che acuiscono il senso di disagio ed orrore vero ,quello dell’efferata malvagità umana ,di gente apparentemente normale …che poi è l’incipit di un altro pezzo presente nel nostro ultimo disco, “Il Villaggio delle Ombre Assassine”.

Una delle sue frasi simbolo è "Per lui dipingere la morte è vivere". Comporre, ascoltare musica è per te una linfa vitale?

Assolutamente sì! Soprattutto ascoltare musica. Io scopro, leggo, acquisto, ascolto musica tutti i santi giorni! Arrivato alla mia età poi non ho un solo genere di riferimento ma spazio dal Metal, Hard’n’Heavy, Punk e Post punk alla Classica al Folk, cantautorato, Dark Wave ecce ecc.. Mentre per il comporre musica/testi miei ho bisogno di essere realmente ispirato e cerco di fare sempre meno ma col massimo della qualità e dell’ispirazione!

Hai visto e apprezzato il suo ultimo film "Il signor Diavolo"? Che idea te ne sei fatto?

Ovvio che l’ho visto ed anzi ti dirò di più, sono ritornato al cinema dopo non so quanti anni apposta per questo evento. Sì, sicuramente l’ho apprezzato il film, il maestro non ha perso il suo smalto nell’ambito del gotico padano e dell’italianità della sua proposta, una perfetta diapositiva dell’epoca, dagli arredi degli interni ed una fedeltà coreografica propria di chi l’ha vissuta, poi la lugubre fotografia più scura dell’anima di un assassino, le suggestioni popolari rurali. Unico appunto secondo me, un finale un po’ troppo sbrigativo, diciamo.

Il libretto interno dell'ultimo album è curatissimo; ritieni inscindibile il connubio musica/grafica/immagini?

Si! Le immagini, le foto, i simboli, fanno tutto parte del corredo dell’opera, del rituale diciamo. Poi c’è anche il discorso del packaging dei nuovi dischi in generale, e qui comincio davvero ad averne abbastanza di tutta questa importanza data per la confezione e poca sostanza musicale, molte volte! Il giusto sarebbe l’Equilibrio tra i due aspetti. Capisco che le etichette debbano anche vendere un oggettino da collezione, c’è gente che compra i dischi, in molteplici copie, e li tiene sigillati ed ascolta gli mp3, ma non vorrei si perdesse di vista la vera essenza di un’opera musicale che va oltre il suo involucro “dorato”.

Fin dal primo album le tue liriche sono affascinanti e scritte con criterio; dedichi molto tempo e attenzione alla loro scrittura?

Ti ringrazio. In realtà dedico pochissimo tempo alla loro scrittura, quando ho una base su cui lavorare, un pezzo nuovo, vado in una sorta di trance creativa, come una scrittura automatica, mi chiudo in una stanza ed in poco tempo viene tutto fuori. A volte i toni della musica mi ispirano i temi da trattare, altre volte ho un’idea vaga da tempo una suggestione e cerco di sposarla ai riff di chitarra. Ad esempio al momento con L’Impero stiamo lavorando ad uno split a 4 bands Doom per il Cile, mio fratello mi ha fatto ascoltare un po’ di suoi pezzi abbozzati composti recentemente e non ho avuto dubbi su quali scegliere, due i pezzi: un pezzo di Doom classico che tratta della morte in soggettiva che si intitola “Il Mio ultimo viaggio” ed uno che parla dei processi dell’Alchimia “Zulphus et Mercurius” ecco i testi sono usciti di getto tutti e due in mezz’ora!

In "Racconti Macabri III", fra le altre cose c'è il contributo artistico e spirituale di Daniele Donini. Ti senti lusingato dalla sua presenza? È stata cercata o era già "tutto scritto"?

Assolutamente sì, ne sono onorato! Il suo coinvolgimento è stato davvero molto naturale e veramente sapeva quasi di “già tutto scritto”! Lui al tempo era parte integrante delle questioni dell’occult rock dei pesaresi maledetti, è stato determinante per il capolavoro Alkahest (nome tra l’altro della sua bottega alchemica ed erboristeria in quel di Orciano di Pesaro) di Chain ed i loro rapporti risalgono alla genesi dei Death ss. Occultista, Esoterista ,Magister ,Alchimista, Filosofo, esperto di Tarocchi e chissà cos’altro, ha un aurea magnetica ed una cultura ed enorme, abbiamo avuto da subito un grande feeling ed attrazione , ci siamo sentiti telefonicamente e chiacchierato spesso amabilmente su questioni profonde e non, al che ho pensato di proporgli una sorta di collaborazione magica e spirituale, che è probabilmente unica nel suo genere, inviandogli i pezzi del disco nuovo e facendogli scrivere un pensiero in libertà in calce ad ogni pezzo, operazione che ha dato una carica magica pazzesca all’intera opera!

Tra le sue frasi presenti nel libretto mi danno spunti di riflessione le seguenti: "Non entrare in un luogo non tuo, la tua ombra non ti seguirà. La materia è illusione, devi andare dove nessuno è mai stato se vuoi vedere quello che nessuno ha mai visto" (Il villaggio delle ombre assassine). Pare un invito ad osare, a varcare le porte e, al tempo stesso, è un ammonimento: una volta varcate sarà quasi impossibile tornare indietro.

Esatto, poi ovviamente leggi il tutto nell’ottica del mio testo del pezzo che parla dell’avventurarsi in luoghi apparentemente miti e immobili nel tempo ma che sotto sotto nascondono le deformità mentali di società arretrate ,crudeli ,bigotte ed intolleranti (vedi gli scenari alla Pupi Avati di cui parlavamo sopra).

"Sono il solo che può aiutarti. Tutti conoscono il mio prefisso, ma tu puoi avere il numero" (Sentimento funereo). Puoi essere un passo avanti rispetto agli altri; come fare a utilizzare bene questo vantaggio e a non farne un uso errato controproducente?

Anche questa è una buona lettura. La cautela nelle faccende dell’esoterismo/occultismo e d’obbligo. Premetto che nella dedica originale ho volutamente omesso il citato prefisso (il 666) per non dare adito a fraintendimenti e a vari sentimenti dei “Satanistucoli” dell’ultim’ora, così la frase è ancora più enigmatica. Io sono fermamente equidistante dai fanatismi della dualità contrapposta Bene/Male, Bianco/Nero. Lo Yang e lo Ying sono complementari, come in Basso così in Alto, è il percorso, il cammino che l’iniziato deve percorrere, l’equilibrio, l’elevazione; ma puoi’ vedere il tutto pure sotto una chiave metaforica. Da ragazzino leggevo avidamente tutti i vari manuali di magia pratica e teorica che riuscivo a reperire comprese diverse opere di Crowley come Magik e il The Book of the Law e tanti altri, ma da adulto lo traduci nella vita reale, quotidiana, è un cammino interiore, spirituale ed ora la meta è ricongiungersi alla Madre Natura.

Nel brano "Marmo freddo" le parole finale del tuo testo sono "Nel giardino senza età ho sepolto la mia anima". L'anima resterà sempre sepolta o avrà la possibilità di trasferirsi?

Nella narrazione del testo parla l’uomo moderno protagonista della guerra e della “Morte Atomica” che ha condannato in eternità la sua anima sporca e colpevole…testo scritto qualche anno fa, e mi spiace sia così attuale al giorno d’oggi purtroppo.

"Cemetery Rock" è il termine che utilizzi da sempre per identificare la vostra proposta musicale. Nelle tue note finali scrivi che è un’eccezione spirituale, personale, intima, una esperienza vissuta sulla pelle, una sensazione che trasuda ascoltando il Dark Sound del passato. Ascoltando queste sonorità trovi tutte le risposte, provi tutte le emozioni che vai cercando?

Risposte? ...e se fossero le domande invece? Perché forse, non è più stimolante una domanda che una risposta? Magari sono i quesiti irrisolti che ci fanno sondare la nostra anima, cosa c’è dopo la morte? Ascoltando certa musica o passeggiando in un silenzioso cimitero o per un fitto bosco o in riva al mare d’autunno o scrutando un cielo stellato provi molte sensazioni ed emozioni e ti poni tante domande, poi come nel mio caso cerchi di trasferire tutto questo in musica col tuo gruppo. Il Cemetery rock termine che coniai da ragazzo quando seduto con le cuffie allo stereo mi sparavo gli incredibili dischi di Death ss “The story of…”, “Heavy Demons”, i solisti di Paul Chain, Black Hole, Trouble, Candlemass dove spesso erano raffigurati proprio i cimiteri. Poi ovviamente ha preso piede in modo del tutto naturale la parte spirituale intrinseca della definizione Cemetery Rock che identifica quei dischi e quelle bands “occulte” ,che vuol dire non alla vista e alla mercee di tutti ,nascosti, come appunto L’Impero delle Ombre che malgrado nati nel 1995 sono poco conosciuti alla massa.

A mio parere spesso nella vita i "cerchi" che si credeva sarebbero rimasti chiusi per sempre si riaprono e ricominciano a girare, a volte ancora più intensamente di prima. Nella frase finale della tua spiegazione dell'opera scrivi che il cerchio si chiude. Ne sei convinto?

No! Ovviamente non sono convinto di nulla ahahah! Socraticamente “so di non sapere”! E fondamentalmente sono d’accordo con te, solo che questo ultimo disco, per me sottolineo visto che cmq siamo un gruppo, è una sorta di dedica a fatti, persone/musicisti e gruppi che mi hanno formato in gioventù e in un modo o nell’altro mi hanno deluso o hanno detto ormai la loro o addirittura sentivo che si era chiuso per sempre un periodo per L’Impero delle Ombre, magari poteva essere l’ultimo disco in assoluto della band…non so! Chiuso un cerchio se ne apre un altro, si può dire.

In una nostra intervista del Novembre 2009 mi hai parlato della tua naturale predisposizione per lo spiritismo. Credi che per la fondazione de L'IMPERO DELLE OMBRE sia stata necessaria o avreste comunque intrapreso il vostro cammino musicale senza di essa?

Tutto è già scritto, come detto più volte, così doveva andare! L’Impero nasce proprio sotto quell’impulso giovanile, quella curiosità per il mistero e l’insondabile e chiaramente la fascinazione e l’emulazione dei modelli musicali del Dark Sound che mi sconvolsero.

Fin da bambino sei attratto dal lato nero dell'esistenza? C'è un evento particolare che ti ha portato a sviluppare l'interesse per esso?

Ricordo con molto piacere quando da bambino coi miei coetanei ci sedevamo tutti intorno a mia nonna o un membro più anziano della famiglia e ci raccontava i “cunti te spirdi” ossia racconti di spiriti, terrificanti ,“veri”, tratti dal folclore locale della mia città Gallipoli la parte vecchia e storica naturalmente. Devi sapere che il centro storico di Gallipoli è uno scoglio sul mare fortificato da possenti mura di contenimento e difesa in tempi antichi collegato alla terra ferma da un ponte in pietra, un mondo a parte praticamente, e sede di molte chiese e congreghe di incappucciati i “mamai” ed è forte il sentimento religioso e le suggestioni del soprannaturale che vivono in racconti dove il peccatore, il bestemmiatore , l’anima nera viene percosso e malmenato all’entrata in chiesa. Poi ti potrei parlare di veri e propri rituali per calmare le tempeste, prevedere il sesso del nascituro col pendolino d’argento, di chi praticava il malocchio (macaria) e molto altro. Dei miei parenti stretti particolarmente ricettivi ad esempio per anni vedevano figure di bimbi correre per le stanze di casa. Poi io crescendo le prime sedute spiritiche mi hanno aperto un mondo.

Perché la passione per lo spiritismo e le arti esoteriche? Quali i lati positivi e quelli negativi inerenti a questa filosofia di vita?

Ecco questo è altamente soggettivo. La fascinazione per l’occulto non ha limiti, l’esoterismo può essere tutto e niente, vedo schiere di teorici e studiosi con le solite quattro citazioni di Crowley e i simboli molto cool da sfoggiare sui propri giubbotti o negli artwork dei dischi, ecco mi sembra il trionfo dell’edonismo e onestamente non fa per me! Ognuno e libero di fare il proprio percorso leggere e studiare ciò che vuole senza ostentarlo per forza né tantomeno diventare succubi e fanatici al punto da vivere male la propria spiritualità. Poi ci tengo a sottolineare che io sono un istintivo, uno spirito selvaggio più che un topo da biblioteca esoterica che ripete i concetti ermetici, i rituali , le formule a memoria.

Come riuscire a mantenere un approccio profondo ma distaccato dall'occultismo senza diventarne schiavi o, ancora peggio, vittime?

Bisogna avere una forte personalità e forza di volontà, delle radici profonde e vivere dei propri istinti e bisogni in simbiosi con la Natura. Poi mi piacciono queste parole “Disinteressato” ed “Eremita”.

Un caro amico da anni mi dice che il caso non esiste, spesso siamo noi a non percepire il collegamento tra i fatti, ogni cosa accade secondo necessità. Che idea hai in merito?

Che sono assolutamente d’accordo! Mi sono successe cose nella vita che mi hanno fatto giungere alla medesima conclusione. Sarà un disegno cosmico scritto da chi o da cosa non ci è dato sapere, ecco questo è uno dei più grandi misteri.

Nell'album degli ABYSMAL GRIEF "Misfortune" (2009) il brano "Resurrecturis" è introdotto da una voce che recita "Quelli che crediamo vivi praticano qui il culto della morte. Quelli che crediamo morti praticano qui il culto della vita". Che interpretazione pensi si possa dare a queste parole?

Ah non saprei precisamente, per me potrebbe significare che quelli che si credono Vivi , la massa amorfa e non pensante, che segue le mode ed affolla le discoteche sono a tutti gli effetti degli zombies ed i veri Morti ,il loro ricordo ,il loro lascito influenza la vita dei viventi.

Antonio Bartoccetti ha definito gli atei gli "uomini meno fortunati"; cosa ne pensi? Consideri indispensabile avere fede in qualcuno/qualcosa?

NO! Io invece ritengo meno fortunati gli schiavi di qualsiasi fede/credo! Spesso hanno solo quello, sono ciechi, faziosi e di parte. Chiaramente avere fede in sè stessi e chi ci ama e possedere una propria spiritualità e tutto un altro paio di maniche, e fondamentale, fa la differenza.

Tra chi avete ringraziato nel booklet c'è la nota in memoria di una persona scomparsa. Quanto è importante il ricordo di chi non c'è più?

Tantissimo! È un rapporto d’amore, di stima, di amicizia che continua anche se su piani differenti con chi abbiamo perso con cui un giorno sono sicuro ci ricongiungeremo.

Quali ritieni siano le condizioni ideali (a livello di emozioni, sensazioni, atmosfere, umore e luoghi) per ascoltare ed apprezzare la vostra proposta musicale?

Beh qui ti potrei snocciolare la narrativa del Dark aproach …ma ti posso dire come piace ascoltare certa musica a me: da solo, ad alto volume, al buio o luce fioca, un drink, magari un incenso e mi immergo totalmente nel flusso emozionale di testi e melodie.

Ti ringrazio per la disponibilità; a te le parole finali.

Io ringrazio Te per l’interesse e i lettori. Cos’altro posso dire? Sono davvero tempi difficili questi, come mai le nostre ultime generazioni hanno vissuto, inquinamento, surriscaldamento globale, nuove emergenze sanitarie, addirittura lo spettro di un imminente conflitto mondiale, il terrore dell’abominio atomico, senza contare che la razza umana è sempre più disumana, egoista e dannosa per il pianeta! Auspico un’inversione di tendenza, un ritorno alla natura, alla spiritualità, al fuoco sacro che arde dentro ognuno di Noi!!

- MARCO CAVALLINI -